carla marcotulli, love is the sound of surprise, parco della musica records 2018

Carla Marcotulli, Love Is The Sound Of Surprise, Parco della Musica Records 2018

 

A certi dischi azzardati e supponenti preferiamo di certo la naturalezza quale elemento trainante di un sistema che, frutto di un pensiero moderno e non “facilone”, non sta lì per ammaliare nuovi adepti, semmai per dar giusta rilevanza alle proprie immagini interiori, semplici o complesse che siano. 

Dirò in tutta sincerità che quando mi viene proposto un album con voce solista mi aumentano i capelli bianchi, perché raramente trovo nei colori dell’interpretazione d’ugola un motivo qualunque per segnare in rosso soddisfatto la performance. 

A volte accade invece che testa, diaframma, sede delle corde vocali e cuore (soprattutto cuore) riescano a collaborare senza quella fastidiosa enfasi che spesso assale coloro che sono (o credono di essere) cantanti. Carla Marcotulli è, di contro, nell’Invece, nel lodevole Apax di una jazz singer che non intende strafare né sobillare popoli di sassofonisti e trombettisti per aumentare la trama dei propri tessuti dai colori risonanti. 

Due brani a descriverne la bravura e l’eclettismo: la meravigliosa God Bless the Child portata alle stelle da Billie Holiday, eseguita con saggezza timbrica e balenante commozione, e Gretchen am Spinnrade di Franz Schubert, Lied portato in jazz e sorprendentemente attualizzato dalla Marcotulli con espertissima Variatio sopranile sul gioiello romantico del testo di Johann Wolfgang Goethe. 

A rappresentarla appieno, inoltre, i brani a propria firma, tra i quali indichiamo la brillante Io non sono nessuno, la cantautoriale Io canto, la notturna intensità cromatica di Wide Awake e di What is Art?, oltre che gli ottimi arrangiamenti curati da Dick Halligan, fondatore dei grandi Blood, Sweat & Tears, ed un parterre de roi di sedici eccellenti musicisti, che a dimenticarne uno solo si commetterebbe peccato mortale (ma, per nostra scelta consapevole, almeno tre da non poter non ricordare con stima e affetto: Giovanni Tommaso al contrabbasso, Pietro Tonolo al sax soprano, Mario Corvini al trombone). 

Un’anima jazz prestata non solo al bel vocalismo ma anche alla nobile arte dell’insegnamento, come docente di Canto Jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma; un’anima jazz colta, percettibile, intensa. 

Fabrizio Ciccarelli 

  1. Io non sono nessuno - (03:08)
    02. Io canto - (02:56)
    03. Second Chance - (04:45)
    04.
    Gretchen am Spinnrade, D. 118 - Jazz Arrangement - (06:02)
    05.
    God Bless the Child - (08:43)
    06.
    Vado di fretta - (04:02)
    07.
    Wide Awake - (07:02)
    08. What Is Art? - (04:56)
    09. Live to Give - (06:38)
    10. Could You - (01:07)
    11. So Amazing - (04:04)
    12. Needless to Say - (05:53)

Baritone Saxophone – Rossano Emili (tracks: 1, 4, 5)

Bass Guitar – Marco Siniscalco (tracks: 1, 3, 4, 5, 7, 11)

Double Bass – Giovanni Tommaso (tracks: 1, 2, 4, 5, 6, 8), Stefano Cantarano (tracks: 9, 12)

Drums, Producer – Bruce Ditmas (tracks: 1 to 9, 11, 12)

Guitar – Sandro Gibellini (tracks: 1, 4, 5, 6)

Keyboards [Moog] – Greg Burk (tracks: 3)

Mixed By – Dick Halligan (tracks: 1, 2, 4, 5, 6, 8), Pasquale Minieri (tracks: 1, 2, 4, 5, 6, 8)

Percussion – Israel Varela (tracks: 6)

Piano – Gilda Buttá (tracks: 4), Greg Burk (tracks: 9, 12)

Piano, Keyboards, Producer – Dick Halligan (tracks: 1 to 8, 10, 11)

Soprano Saxophone – Pietro Tonolo (tracks: 1, 4, 5)

Tenor Saxophone – Giancarlo Maurino (tracks: 1, 4, 5, 6)

Trombone – Mario Corvini (tracks: 1, 4, 5), Stan Adams (tracks: 8)

Trumpet – Aldo Bassi (tracks: 1, 4, 5)

Viola – Antonio Leofreddi (tracks: 2, 4, 7, 9, 11, 12)

Vocals, Producer, Artwork By – Carla Marcotulli

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