frubers in the sky-affetti speciali

Affetti Speciali, Frubers In The Sky, Emme Record Label 2019

 

Che l’Ironia sia il tempio dell’intelligenza l’hanno già dimostrato i Migliori (Oscar Wilde e Ennio Flaiano, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, Charles Mingus e Thelonious Monk, Gioacchino Rossini e George Gershwin).

Che l’Ironia possa giungere e aggiungere alla musica quozienti umani di tono pregevolmente “medio” e non enfatico, in realtà, l’hanno evidenziato in pochi, anche oggi quando i “guardiani della cultura” tra sofismo e stoicismo accigliano e pompano le  gote in alambicchi di greve (e tristissimo) dissenso. Ma, tra Ironia e Intelligenza, il passo è breve, specie quando dietro s’annidi il rileggere ciò che è stato spiattellato dalla Critica come vano e rozzo.

Così riandiamo all’inizio di Frubers in the sky e dei loro Affetti speciali: una copertina in stile pop (già, perché Frubers è anagramma di Furbers), una scaletta intrigante (furbers ma non solo), un modo di arrangiare molto, davvero molto sottile, un modo di eseguire no-pop  bilanciato nelle strade del jazz e, talora, della canzone d’autore…laddove la Canzone, la forma-canzone degli anni Pop italiani, noiosetta e speculare al popular show americano, viene alleggerita dei contenuti gigioni e furbacchioni e tornita di bel fraseggio vocale e raffinati interventi strumentali di sapore e colore contemporaneo.

E così scopriamo che “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti (quello che reputavamo il peggior Alan Sorrenti, cantante dalle potenzialità smisurate, naufrago del miglior Progressive anni 70)  può divenire un quadro umorale e tenue di assoluta poesia grazie all’interpretazione di Silvia Carbotti (bella voce da Madre Natura ma anche molta Cultura e Studio) variegata dalle timbriche chitarristiche di Max Carletti e dagli essenziali colpi d’ancia di Marco Tardito al clarinetto: che sorpresa questa Intro della Hit ipercommerciale iperballata nelle balere delle spiaggette popolari del 1977 (modeste ma degne di ricordo) e ipertrasmessa dalle Radio Libere in un periodo in cui le Radio erano davvero Libere (si consenta un minimo di Nostalgia, anche politica).

E siamo solo all’Inizio. Ma poi prendiamo in considerazione la Hit successiva ed il suo deliquio esistenziale trasformato in Rock acido, “Figlio unico” di Riccardo Del Turco (per caso qualcuno lo ricorda? No? Riflettere sul testo allora: “Non posso restare ancora un minuto accanto a te, mi dispiace amore, Se stasera non sarò tornato a casa ci sarà qualcuno che non dormirà, sono figlio unico e la mia casa è vuota senza te”: tra l’incudine e il martello della famiglia perbenista piccolo borghese dopo l’ubriacatura del Boom economico e nei fetidi meandri dei governi democristiani tra fine 60 e inizio 70), il successone pseudo-punk e filofuturista “Rock’n’ Roll Robot”  di Alberto Camerini, la strampalata disco music de “L’estate sta finendo” dei Righeira.

Così ci rendiamo conto che gli Affetti Speciali hanno un passo in più: Affetti , Effetti e Sospetti che non vogliono dire d’Ironia scanzonata ma di Arte Vera, come in tre canzoni che possono essere considerate il manifesto filosofico dei Frubers in the Sky (sarà un caso l’assonanza con le strofe d’amore  di “Ribbon in the Sky” di Stevie Wonder? [ Original Musiquarium, Motown 1982]).

Innanzitutto la struggente passione rinascimentale di “Tarantella Napoletana. ‘E ccose ‘mpuvvisate” sui versi di Raffaele Viviani, indimenticabile attore e poeta di Castellamare di Stabia (poeta della Lotta,” quella quotidiana, spietata, implacabile che ogni giorno si è costretti a sostenere… Oggi come ieri, l'uomo di teatro è in lotta continua coll'accaparramento dei teatri di tutta Italia, i quali sono tenuti e gestiti da pochissime mani, tutte strette fra loro”. Parole Sante in “Dalla vita alle scene”, Rogiosi 2011) ; poi la chiave di lettura intimista suggerita dall’assoluta bellezza di “Roma nun fa’ la stupida stasera” ( Armando Trovajoli per la commedia musicale “Rugantino”: indimenticabile lezione di Stile e Sentimento) ed infine il rivelativo “One for Chet”, bossa per il carissimo Chet Baker, uomo di rarissima sensibilità, artista del Sempre del Jazz e del sorriso triste/allegro che rende la Vita Avventura di Stupori inattesi, cui – non sappiamo il Se o il Quando- vogliamo intendere dedicate le Ragioni più personali di questo Album.

Fabrizio Ciccarelli

Silvia Carbotti, voce

Max Carletti, chitarre e arrangiamenti

Stefano Profeta, contrabbasso

Paolo Franciscone, batteria

Marco Tardito ‐ clarinetto in “Figli delle Stelle”

Marta Picciché ‐ voce in”No, non è Tennessee Waltz”

 

  1. Figli delle stelle / 6:25 / A. Sorrenti
  2. Figlio unico / 3:33 / R. Del Turco, titolo originale Trem das onze di A. Barbosa
  3. Il trasloco di Sophie / 3:45 / M. Carletti
  4. Rock ‘n’ Roll Robot / 4:43 / A. Camerini
  5. Tara ntella Napoletana ’E ccose ’mpruvvisate / 4:26 / Tarantella su parole di R. Viviani
  6. Vuoi ballare con me / 4:07 / M. Carletti
  7. One For Chet / 5:40 / M. Carletti
  8. Roma nun fa ’ la stupida stasera / 4:36 / A. Trovajoli, S. Giovannini, P. Garinei
  9. L'estate sta finendo / 4:32 / C. La Bionda, S. Righi, S. Rota
  10. No, non è Tennessee Waltz / 5:45 / M. Carletti
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