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John Coltrane - Ascension -Versioni LP (1966) e CD 2022

Chi non ama l’innovazione non ascolti Ascension di John Coltrane, un’opera musicale vorace nella potenza espressiva, ineguagliabile nella sintassi già disegnata da Igor Stravinskij nella Sacre du Pritemps, dagli orizzonti armonici di Debussy e Rimskij Korsakov.

Percorso il BeBop, l’Hard Bop, il Jazz Modale, ognuno con esiti a dir poco eccellenti (Blue Train, il trio con Red Garland, Giant Steps, i plurimi incontri con Miles Davis e Thelonious Monk, Soultrane, My Favorite Things,  il magnifico duo con Duke Ellington) il sassofonista decise d’accostarsi – anche per motivi ideologici - al Free Jazz di Ornette Coleman oltrepassandone le possibilità di linguaggio con un esito sconvolgente che necessita di attenti ascolti per essere intuito a fondo nella sua violenta digressione di reazioni fiammanti di 40 minuti pressoché ininterrotti di due straordinari ensemble interconnessi fra loro, che, fin dall’inizio, lanciano interventi strumentali esplosivi in un Caos estratto dalle radici nere del jazz organizzate (disorganizzate) in scale blues aggressive  divorate nel poi e nel mentre da distonici avanguardisti come Sam Rivers e Archie Shepp.

Ascension è un capolavoro a contatto con la New Things di Pharoah Sanders e Marion Brown, pur se è diversa la sintassi free da quella di altri jazzisti che operavano nella medesima direzione, poiché Trane intendeva comporre un messaggio diretto ad una dimensione ultraterrena illuminata  da una profonda religiosità ispirata – ad un anno dalla sua morte – dalla consueta meditazione yoga che praticava ogni sera sentendo risuonare nella sua mente una “new music” ritenuta parola di quel dio incontrato nel periodo infernale dell’eroina.

Anche Ascension come A Love Supreme voleva essere un ringraziamento all’ente supremo per averlo salvato e portato sulla “via dei giusti”. Questo Free, libero da ogni regola, è ipnotizzante ed il Thanksgiving  è quanto mai opportunamente affidato ai solisti più adeguati per questa  performance incisa in due versioni lo stesso giorno: undici musicisti fedeli alla solida tenacia dell’architettura compositiva intuita dall’Impulse Records, intelligente casa discografica che, più d’una volta, richiese in quegli anni l’impegno totale dell’ascoltatore per album “difficili” come questo, un viaggio astrale che accompagnerà per sempre l’evoluzione delle Blue Notes.

Ascension è un urlo dilaniante, metafisico, oceanico, martellante d’amore tanto per il proprio Ego quanto per una religione imprecisata (per molti islamica per altri afro-ortodossa: Trane ha ricevuto la canonizzazione da parte dell’African Orthodox Church col nome di  Saint John William Coltrane). A noi, in verità, la diatriba interessa il giusto, anche meno.

Non si può dire di conoscere il Jazz e la musica del Novecento senza aver ascoltato queste improvvisazioni, questo blues verticale, queste asimmetrie brucianti, questi flussi mobilissimi di note molto brevi o molto lunghe dall’acuto al grave ed ancora all’acuto, spesso dispari e irrazionali, segnate da un Animus imprevedibile e sensibilissimo.

Fabrizio Ciccarelli

John Coltrane - sassofono tenore, composizione

Marion Brown - sassofono contralto

Art Davis - contrabbasso

Jimmy Garrison - contrabbasso

Freddie Hubbard – tromba

Dewey Johnson - tromba

Elvin Jones - batteria

Pharoah Sanders - sassofono tenore

Archie Shepp - sassofono tenore

John Tchicai - sassofono contralto

McCoy Tyner – pianoforte

Lato 1

Ascension (Part 1) – 18:35

Lato 2

Ascension (Part 2) – 19:15

Versione CD

Ascension (Edition II) – 40:56

Ascension (Edition I) – 38:31

 

 

 

 

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