sonny rollins-tenor madness

Sonny Rollins, Tenor Madness, Prestige 1956, vinyl 2022

In tutta sincerità non sono mai stato un fan di Sonny Rollins, uno dei primi sassofonisti con cui ho avuto a che fare per live reports e recensioni, più di 35 anni fa. Uno dei maestri del sax tenore, senza dubbio, a mio avviso perdutosi nel corso degli anni in virtuosismi ed album alquanto sciapi (opinione che forse desterà scalpore tra i lettori ed i puristi) pur conservando sempre una postura sassofonistica verticale ed un perfetto fraseggio nei soli: forse troppo perfetto, questo è il punto, forse troppo tecnico tanto da risultare più dedito all’eccellenza dello stile che alla spontaneità; in poche parole un po’ freddo, fin troppo apollineo e poco dionisiaco, come ascoltato in uno dei suoi ultimi concerti in Italia (Auditorium Parco della Musica in Roma,2009, articolo già su Jazzitalia http://www.jazzitalia.net/iocero/SonnyRollins_Roma2.asp#.YsNDtHZBxPY).

Oltraggio? Può darsi, ma il jazz che preferisco è pura emozione ed istantaneità, nonostante non si possano apprezzare le caratteristiche che Rollins, scelta una formazione ad hoc per questo album del 1956, espresse in un momento storico in cui il be bop andava muovendosi verso nuove risorse, grazie anche ad una miracolosa congiuntura astrale che vedeva in attività strumentisti tra i migliori della storia delle blue notes.

Fatto sta che all’alba del 1956 Rollins era già ritenuto un campione all’interno della comunità jazzistica mondiale, anche se la maggior parte degli appassionati lo conosceva piuttosto per le performance con Miles Davis, Max Roach e Bud Powell. Noto per la sua energia e la sua composta inventiva che fluttuava fra le riflessioni sui suoi modelli (Coleman Hawkins e Charlie Parker) il suo fraseggio suonava molto deciso, pur se egli stesso non ne era completamente soddisfatto, dedicando molto tempo allo studio dello strumento e all’approfondimento delle sintassi armoniche.

Ma a volte ai musicisti capitano cose strane, e con una formazione difficile ad immaginarsi migliore, Rollins diede vita a questo disco elegante ed evoluto nel quale esibisce dettagli sopraffini ed un interplay formidabile: del resto come sarebbe mai stato possibile far diversamente, a partire dall’incipit Tenor Madness in cui John Coltrane parte fittissimo e supremo con semicrome esplosive che rendono la pièce una delle più note del Jazz, una incontrovertibile Summa di più di 12 minuti che darà lievito a tanti sassofonisti a venire, bruciante nella ritmica di due maestri come Paul Chambers e Philly Joe Jones e nella perfetta misura pianistica di Red Garland (magna cum laude).

Capace d’interludere ballads come When Your Lover Has Gone con temi di canzoncine evoluti con lineare nitore nell’imperturbabile chic di Paul’s Pal, Rollins riprende parte della sua cultura black con la rettilinea semplice elegia di My Reverie, poi affrancata da schemi mainstream nel fluido conclusivo di The Most Beautiful Girl in the World, curvilineo nel sontuoso drumming di Philly Joe Jones e nel prezioso archetto per contrabbasso di Paul Chambers.

Quindi sono molti i motivi per non far a meno di Tenor Madness  (ma chissà mai perché questo titolo...) restando nell’anima la fiammante elocutio di John Coltrane nel primo brano, voce di una storia di cui il Jazz non potrà mai far a meno, uno dei motivi essenziali per cui non si potrà far a meno di questo magistrale dialogo fra diseguali, checché se ne pensi del sassofonista  di Harlem, uno stilista di sicura eleganza e perfezione tecnica, innamorato di Bird Parker (col quale in realtà non aveva molto a che spartire), un suono che solo il genio di Trane avrebbe potuto cambiare almeno in questo disco, come affermò Miles Davis in “The Autobiography with Quincy Troupe”. E se a dirlo fu lui….

Fabrizio Ciccarelli

Sonny Rollins – tenor saxophone

John Coltrane – tenor saxophone (#1 only)

Red Garland – piano

Paul Chambers – double bass

Philly Joe Jones – drums

All tracks by Sonny Rollins except where noted.

"Tenor Madness" – 12:16

"When Your Lover Has Gone" (Einar Aaron Swan) – 6:11

"Paul's Pal" – 5:12

"My Reverie" (Larry Clinton, Claude Debussy) – 6:08

"The Most Beautiful Girl in the World" (Richard Rodgers, Lorenz Hart) – 5:37

 

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